La gonorrea, conosciuta anche come blenorragia o scolo, è un’infezione sessualmente trasmissibile (IST) che può colpire sia gli uomini che le donne, e può manifestarsi in diverse parti del corpo. Esploriamo l’incidenza della malattia in Italia, i sintomi associati, il modo in cui viene trasmessa, il tempo di incubazione e gli esami diagnostici disponibili.
Che cos’è la gonorrea?
La gonorrea è una delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST) più diffuse in Italia. Viene causata dal Neisseria gonorrhoeae: un batterio altamente adattato all’ambiente umano e si sviluppa principalmente nelle aree calde e umide del corpo, come l’uretra, il collo dell’utero, la gola, l’ano e gli occhi. La blenorragia viene trasmessa principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti con una persona infetta.
Il batterio Neisseria gonorrhoeae è noto per la sua capacità di adattarsi e sviluppare resistenza agli antibiotici. Questo ha portato alla comparsa di ceppi multi-resistenti della malattia, rendendo più difficile il trattamento della gonorrea.
Incidenza della malattia in Italia
L’incidenza della gonorrea in Italia è un problema significativo di salute pubblica. Secondo i dati più recenti forniti dal Ministero della Salute, si stima che ogni anno ci siano decine di migliaia di nuovi casi di gonorrea, pari a un’incidenza di 1,5 casi ogni 100.000 abitanti.
Tra i casi complessivi di blenorrea in Italia il 48,9% è stato riscontrato in uomini eterosessuali, il 45,0% in maschi che fanno sesso con maschi (MSM) e il 6,1% in donne. (Fonte: Istituto Superiore di Sanità, dati del 2020)
Tuttavia, è importante sottolineare che molti casi di gonorrea potrebbero non essere segnalati, poiché alcuni individui possono non subire sintomi evidenti o non cercare cure mediche.
Sintomi della gonorrea
La gonorrea infetta le membrane mucose del tratto riproduttivo, compresa la cervice, l’utero e le tube di Falloppio nelle donne, e l’uretra in entrambi i sessi. Può anche infettare le mucose della bocca, della gola, degli occhi e del retto.
La blenorrea può manifestarsi in modi diversi a seconda del sesso dell’individuo e delle parti del corpo coinvolte: alcune infezioni da gonorrea, tuttavia, rimangono asintomatiche e non mostrano segni evidenti, il che rende difficile riconoscere la malattia.
In generale, i sintomi principali della gonorrea nell’uomo sono:
- Bruciore durante la minzione;
- Perdite e secrezioni purulente dal pene, spesso di colore verde o giallo. Per questo specifico sintomo la malattia è conosciuta anche come “scolo”;
- Dolore o gonfiore nei testicoli;
- Dolore e arrossamento del glande;
- Bruciore e prurito anale (gonorrea anale).
Mentre i sintomi più frequenti della gonorrea nella donna sono:
- Dolore pelvico;
- Dolore e prurito vaginale;
- Bruciore durante la minzione;
- Aumento delle secrezioni da vagina e cervice, spesso di colore verde o giallo;
- Sanguinamento intermestruale;
- Bruciore e prurito anale (gonorrea anale).
Trasmissione e tempo di incubazione
La gonorrea viene trasmessa principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti, compresi rapporti vaginali, anali e orali. La blenorrea può essere trasmessa anche da madre a figlio durante il parto, provocando danni al feto più o meno gravi.
Il tempo di incubazione della malattia, ovvero il periodo tra l’infezione e la comparsa dei sintomi, varia da persona a persona. In genere, il tempo di incubazione della gonorrea varia da 1 a 7 giorni, ma può prolungarsi in alcuni casi.
È importante notare che alcune persone infette da blenorrea potrebbero non manifestare sintomi evidenti, ma possono comunque trasmettere l’infezione ad altri.
Possibili complicanze dell’infezione
Se non viene trattata adeguatamente, la gonorrea può avere effetti negativi a lungo termine sulla salute sia degli uomini che delle donne. Di seguito sono elencati alcuni delle conseguenze a lungo termine associate alla gonorrea:
Infertilità
La gonorrea può causare danni permanenti alle tube di Falloppio nelle donne e all’epididimo negli uomini. Ciò può portare a problemi di fertilità e difficoltà nel concepire un bambino.
Gravidanza ectopica
Le donne che hanno avuto una infezione non trattata di blenorrea hanno un rischio maggiore di sviluppare una gravidanza ectopica. Questa condizione si verifica quando l’ovulo fecondato si impianta al di fuori dell’utero, di solito nelle tube di Falloppio, e può rappresentare un pericolo per la salute della donna. Molto spesso infatti vengono eseguiti esami per le Malattie sessualmente trasmissibili prima di tentare il concepimento.
Malattia infiammatoria pelvica (PID)
La gonorrea può causare la PID nelle donne, un’infezione grave degli organi riproduttivi che può portare a danni permanenti alle tube di Falloppio, all’utero e agli altri organi pelvici. La PID può causare dolore pelvico cronico, problemi di fertilità e aumentare il rischio di gravidanze ectopiche.
Aumento del rischio di contrarre l’HIV
Le persone infette da blenorrea hanno un rischio maggiore di contrarre l’infezione da HIV se vengono esposte al virus. La presenza di ulcere o infiammazione causate dalla gonorrea rende più facile per il virus HIV entrare nell’organismo.
Diffusione dell’infezione al resto del corpo
Se la blenorrea non viene trattata, l’infezione può diffondersi ad altre parti del corpo, come le articolazioni, la pelle, il sangue e il cuore, causando complicazioni gravi e potenzialmente fatali.
È importante sottolineare che molti di questi effetti di lungo termine sono rari e comunque evitabili attraverso una diagnosi tempestiva ed un trattamento adeguato della gonorrea.
Test diagnostici per la gonorrea
Uno dei test più comuni per diagnosticare la blenorrea è l’esame delle secrezioni del tratto genitale o da altre parti del corpo interessate. Questo può essere fatto prelevando un campione di secrezione dall’uretra, dalla cervice uterina, dalla gola o dall’ano, tramite tampone. Il campione viene quindi analizzato in laboratorio per rilevare la presenza del batterio Neisseria gonorrhoeae grazie ad un esame citologico.
Oltre all’esame delle secrezioni, possono essere eseguiti test di amplificazione del DNA o test di reazione a catena della polimerasi (PCR) per rilevare il DNA del batterio nell’organismo. In alcuni casi, possono essere richiesti test di resistenza agli antibiotici per determinare il trattamento più efficace.
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