Cos’è l’ictus
L’ictus cerebrale indica un chiusura (ictus ischemico) o rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale con un conseguente arresto, di entità e tempistiche variabili, delle funzioni cerebrali, in seguito all’interruzione o riduzione dell’apporto di ossigeno e dei nutrimenti portati dal sangue (ischemia) alle regioni celebrali.
Quando si verifica un’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato oppure uno stravaso di sangue in un’area dell’encefalo, si determina la morte delle cellule nervose di quell’area e, di conseguenza, la perdita delle funzioni neurologiche controllate da quell’area.
Quanti morti per ictus in Italia
In Italia l’ictus cerebrale rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari (38% dei decessi in Italia) e le neoplasie, e la prima causa di disabilità.
Ogni anno si registrano nel nostro Paese circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Il 20-30% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese dall’evento e il 40-50% entro il primo anno. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza.
Ministero della Salute, “Ictus”, 27 settembre 2022
Quali sono i sintomi dell’ictus
L’ictus spesso non dà sintomi precedenti l’evento, ma si sviluppa in maniera improvvisa.
Ci sono casi, però, in cui si può avvertire la seguente sintomatologia:
- Mal di testa
- Scomparsa di parte del campo visivo
- Vertigini e capogiri
- Fatica a parlare
- Paralisi facciale parziale o totale
- Formicolio al corpo o una sua parte
- Fatica nel muovere gli arti
- Gonfiore agli arti
A volte questi sintomi compaiono solo per alcuni minuti per poi scomparire: si parla in questi casi di attacchi ischemici transitori (TIA). In questi casi è importantissimo rivolgersi d’urgenza dal medico o recarsi al pronto soccorso, essendo importanti segnali di possibile ictus ma anche di arteriosclerosi e infarto cardiaco.
Si stima che circa un terzo delle persone che presenta un TIA in futuro andrà incontro ad un ictus vero e proprio.
Quali sono le cause dell’ictus
L’ictus può avere diverse origini, tra queste riconosciamo principalmente:
- ATEROSCLEROSI
Questo implica l’occlusione di un’arteria (ictus ischemico) da placche ricche di grasso (colesterolo) o cellule infiammate. Questa è la causa più frequente di ictus cerebrale. - PRESSIONE ARTERIOSA ALTA
Questa implica la rottura di un’arteria (ictus emorragico) dovuta ad una pressione arteriosa cronicamente alta.
Ci sono altre cause minori, quali difetti congeniti della coagulazione del sangue, malattie reumatologiche, la presenza di un foro tra i due atri del cuore. A concorrere, poi ci sono diversi fattori di rischio.
Fattori di rischio
Così come accade per le malattie cardiovascolari, diversi fattori di rischio ci espongono ad una maggiore probabilità di soffrire di ictus. Li possiamo suddividere in due categorie:
Fattori di rischio modificabili
- Fumo;
- Abuso di alcolici;
- Uso di droghe;
- Sedentarietà;
- Sovrappeso e obesità;
- Alimentazione sregolata;
- Alcune patologie (diabete mellito, ipercolesterolemia, …);
- Uso di anticoncezionali da soggetti ad alto rischio cardiovascolare.
Fattori di rischio non modificabili
- Età superiore ai 50 anni;
- Familiarità genetica;
- Appartenenza al sesso maschile;
- Alcune patologie pregresse.
Molti fattori sono modificabili e dipendono dalla persona, per questo è importante conoscerli ed allineare il proprio stile di vita in vista di una qualità di vita migliore.
Come prevenire l’ictus
Prevenire è meglio che curare: è consigliabile effettuare periodiche visite presso il proprio medico di base per verificare il proprio profilo di rischio vascolare ed effettuare esami di controllo periodici, specialmente se si ha familiarità genetica con la malattia o se si soffre di altre patologie che aumentano il rischio di insorgenza dello stesso.
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